Non so se era questa la role che dovevamo fare e semmai scusami, ma non mi era arrivato nessun mp e, passando di fretta, non avevo fatto caso alla discussione><
Dato che non ti aveva risposto nessuno, faccio io, ma semmai cancello!
Era passato ormai parecchio tempo dal giorno in cui Tino si era trasferito in quella scuola. Giorni e notti si erano susseguiti, eppure pareva che nulla fosse realmente cambiato. Il finnico viveva tranquillo come sempre, tenendosi occupato con lo studio oppure badando ad Hanatamago. Se si escludeva Kat, non aveva poi avuto così tanto contatti come sperava con gli altri studenti. Non lo dava a vedere, continuando a sorridere come nulla fosse, ma una leggera malinconia lo caratterizzava. Per uno come lui, che amava parlare con gli altri, quell'isolamento era la peggiore punizione possibile. Non era però tipo da abbattersi e infatti si ripeteva spesso che prima o poi avrebbe scambiato quattro chiacchiere con tutti gli studenti di quell'edificio.
Aveva da poco finito di studiare, quando decise di fare una passeggiate nel parco poco distante. L'aria fresca ed il verde rilassante degli alberi lo avrebbero aiutato a distendersi ed a far sì che la malinconia, seppur velata, lasciasse posto ad una contenuta allegria. Prese in braccio Hanatamago, la quale stava pigramente sonnecchiando sul letto del suo padrone. Quasi sembrò non accorgersi di quel spostamento, limitandosi a mugolare qualcosa per poi richiudere gli occhi stanchi.
Tino le sorrise, prendendo ad accarezzarla dolcemente. Forse poteva apparire strano agli occhi dei più, ma quell'animale rappresentava la sua ancora di salvezza, il suo scudo contro la solitudine. A lei rivolgeva gli stessi intensi sentimenti che si sarebbero potuti rivolgere ad un umano.
Camminava così il giovane, a passi lenti e tenendo tra le braccia la sua piccola palla di pelo. Pareva che non ci fosse nessuno a quell'ora.
Cercava una panchina oppure un posto che gli sembrasse adatto a riposare. Mentre faceva queste considerazioni, guardandosi intorno, qualcosa lo colpì ad una gamba. Sgranò leggermente gli occhi, vedendo una piccola pietruzza sul vialetto.
Poco distante da lui, c'era un ragazzo, o meglio un bambino che, in testa un buffo cappello, aveva lo sguardo rivolto verso il basso.
Tino pensò che si sentisse in colpa per quello che aveva fatto, così gli si avvicinò sorridendogli.
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Ciao! Non mi hai fatto nulla, non serve che ti preoccupi!-, disse con la sua solita gentilezza. Gli faceva tenerezza quel piccolo tutto solo in mezzo al parco.
A suon di carezze, riuscì a svegliare Hanatamago, la quale sulle prime non parve gradire quel brusco risveglio.
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Lei è Hanatamago... Vuoi tenerla in braccio?-, domandò, senza smettere di sorridere. Gli pareva che il piccolo fosse triste, così credeva che il suo cane avrebbe potuto aiutarlo a svagarsi un po'.