Il Barbaro ed il Barbone., Come dissero, potrebbero comparire Contenuti non Consigliati.

« Older   Newer »
  Share  
Ariovisto ~MagnaGermania
icon13  view post Posted on 16/1/2013, 21:46




"Ariovisto, ti ricordi la fiaba di Lars, vero?"

Non a caso, dicevano, la pioggia batte i giorni tristi.
Ci si perde ad osservare la determinazione dell'acqua che scivola nel van tentativo di schiarire le troppe ombre che facevano giro a gotico sul legno spesso, di quelli che fan figure sui tavoli o nelle grandi scaffanalature che suoleva avere in casa.
Ne rammenta la lucidità, lo scintillare stranamente pacato una volta che il chiaro mugugno del cielo lo prese in giro, lasciandolo solo a passare quello che un paio d'occhi infantili vedono come pomte: quattro uomini per parte, sia a diritta che la mancina; ed essi sorreggevano pali, anch'essi incastonati nel tronco di quella che chiameranno volgarmente come bara.

"Era quel ragazzo che finì per sbaglio nella foresta. Ho ben presente anche io, quanto tu riuscissi a figurarla bene; la tua preoccupazione verso il protagonista mi ha sempre toccato."

Camminavano con una lentezza strenuante, cadenzata dai continui guaiti di quell'uomo che mai aveva visto, e vestiva di bianco portando sulla fronte il nome di sacerdote.
Non gli era piaciuto, nulla gli piaceva da fin troppo tempo- e questo, forse, era il ricalco d'una mancanza autoritaria maschile e femminile, nella sua giovane vita.
Eppure come potevano garbargli, se suolevano portarsi via ogni sua più piccola soddisfazione. Che fosse anche il più piccolo moto d'allegria, od un appiglio che fino ad un momento prima aveva creduto sicuro- come su quelle montagna di creta, fragili e friabili non appena ci si aggrappa.
Non conosceva gran parte delle persone al funerale -benchè fossero poche, in sè-, eppure poteva dir di non sopportarne la maggiorparte.

"Eppure, quando si perse, non ebbe paura."


Odia il modo in cui si rivolgono a sua sorella. Gli par siano le loro parole, ad allontanarla ancora di più di quanto non lo fosse già. Come se continuando a blaterare, cancellassero anche il ricordo della sua voce.
Detestava il loro atteggiamento, il modo in cui lo osservavano; con una strana compassione e pietà. Ed era proprio quello che aveva imparato a non ricevere.

"C'è sempre qualcosa che ti porta indietro, Ariovisto.
Basta guardare con attenzione, giusto?"


Infine, benchè fosse in basso, e dovesse alzar la testa per vederlo, visualizzò la persona che odiava più di tutti.
Avrebbe desiderato non vederla quel giorno, perchè quell'uomo, quel romano, gli aveva letteralmente rubato sua sorella. E lo sapeva, ne era conscio che aveva ben poco tempo da perdere, eppure continuava a rubargliela.
E gli pareva lo stesse facendo anche in quel momento, mentre osservava la bara chiusa, pareva che stesse arraffando la sua attenzione.
Perchè se Gwen avesse potuto scegliere, avrebbe preferito lui.
Non l'aveva mai sopportato, e poco tardava a farglielo capire: mai che fosse un saluto, una parola o gesto gentile da parte sua.

"Lars è uscito dalla foresta, infine. Anche tu ne sarai capace."

Ed ora, proprio mentre osserva l'ulimo membro della sua famiglia andarsene là, sotto terra, si ritrova davanti ad un futuro che non conosce.
Sa di doversene andare, sa già di avere un tutore- e non lo vuole, preferisce rintanarsi da solo, nemmeno in un orfanatrofio. Anzi, rivuole sua sorella; fra le scelte gli pare la migliore.
Ho paura di camminare troppo, finire la strada da percorrere, volare giù.
E' vuoto, si sente solo.
E la cosa non gli ha mai dato tanto fastidio.

Odia piangere.
 
Top
Nonno Roma
view post Posted on 19/1/2013, 15:18




L'odore dei cimiteri è unico, quel forte profumo di fiori unito a quello dei cipressi, bagnati dalla rugiada mattutina, il forte incenso e i ceroni accesi.
Persino l'atmosfera, silenziosa e pregna dei pianti, delle preghiere bisbigliate ai morti che, guarda caso, rimangono tali con o senza fiori, con o senza pianti e con o senza preghiere.
Tutto ciò lo portava ad odiare i cimiteri e a portarlo in questi luoghi da lui disprezzati è proprio una promessa fatta ad una persona che, ormai, giace sotto quella terra santa.
La sua donna, colei che mai avrebbe voluto andare a cercare proprio nei suddetti luoghi, è ormai deceduta da una settimana e, come più volte lui le ha detto scherzando, perché mai le avrebbe augurato una dipartita tanto giovane, non sarebbe andato al suo funerale, né tanto meno a visitarla alla tomba.
A portarlo in quel luogo è, quindi, una promessa ben più importante, che non si limita ad un paio di fiori messi in un vaso davanti ad una vecchia foto: avrebbe accudito il suo fratello minore, Ariovisto.

"Guarda un po', sono proprio un incoerente."

Stringe in mano un mazzo di gigli bianchi, che posa delicatamente sulla lapide, prima di gettare quelli ormai secchi per sostituirli con i suoi.
Non si aspettava di trovarlo lì, anzi, non si aspettava che avrebbe dovuto portarlo via con sé così presto.
Il piccolo è pallido, spaventato probabilmente, senza fiducia nel futuro e nei suoi occhi chiari come il ghiaccio c'è un odio verso di lui che non comprende.

-Tu sei il piccolo immagino...-

Proprio non se la sente, non riesce ad ordinargli di dare l'ultimo saluto alla sorella, un addio, non un arrivederci perché non crede nell'aldilà, per poi seguire un perfetto sconosciuto.
E' vero, lo aveva già incontrato un paio di volte in passato mentre frequentata LEI, tuttavia, oltre un saluto, non andavano oltre.
Era stato informato che il piccolo, di circa dieci anni, era da poco sparito ma, in effetti, doveva immaginare che si trovasse lì.
Non ha famiglia, perché tutta la sua famiglia è ormai sottoterra.

-Avanti, niente drammi, niente lacrime. Sai chi sono vero? Mi riconosci? Sei un bambino sveglio quindi sai anche che verrai con me...-

Non è il modo migliore per iniziare, ma è pur sempre un inizio.
 
Top
Ariovisto ~MagnaGermania
view post Posted on 19/1/2013, 17:30




Non ce la faceva nemmeno a guardarlo.
Per quale motivo, si era presentato. Aveva una grande voglia di passare qualche minuto con sua sorella, magari provare ad indovinare i tratti fini dietro al legno scuro della bara.
Forse poteva chiederle di tornare, in un modo o nell'altro. Eppure là innanzi v'erano troppe persone, troppo brusio che gli impediva di poter dire quello che desiderava.
In piu', quell uomo aveva di che avvicinarsi ed importunarlo.

- Lasciami in pace.-

Si volta, cerca riparo sotto al tettuccio del tetro porticato.
Non ha motivo di trovare simpatico quell'intruso. Gli aveva gia' portato via troppo.
E pure, nemmeno ha intenzione di rispondergli, vorrebbe tanto vibrasse indisturbato il cilenzio- ma quando mai.
Fa altri due piccoli passi, decisi, vicino alla muratura bianca, quasi potesse proteggerlo.

- Perche' dovrei venire con te?!-

Spera tanto che l'acqua si confonda con le lacrime. Almeno non le vedrÀ.
Lui non deve vederle.
 
Top
Nonno Roma
view post Posted on 5/8/2013, 13:03




L'acqua non nasconde le lacrime di Ariovisto, non ci riuscirebbe neanche una pioggia torrenziale perché Lucio sa che sta piangendo, lo sente.
Non conosce a fondo il piccolo, non ha mai chiesto alla sorella di presentarglielo e forse, se lo avesse fatto, tutto sarebbe stato più facile.

-Vieni con me perché LEI avrebbe voluto così.-

Senza aggiungere altro gli circonda la vita con le mani e lo solleva, tenendolo stretto tra le braccia.
Non gli permette di dare un ultimo saluto alla sobria e spoglia lapide, mentre lui si sofferma con l'ultimo sguardo, l'ultimo sorriso ricordando il suo, poi mi allontana.

-Il viaggio sarà lungo e, ti prego, non rendere le cose più difficili o sarà costretto a stordirti.-

I sensi di colpa per la sua morte, per la morte della sua amante, sono talmente forti che l'unica cosa che riesce a fare in quel momento è fare in modo che i suoi ultimi desideri siano portati a termine.
I suoi ultimi pensieri erano, appunto, rivolti al piccolo Ariovisto.

-Non permetterò che succeda qualcosa anche a te. Tu sei sotto la mia protezione da ora e, ti prego, smettila di agitarti.-
 
Top
Ariovisto ~MagnaGermania
view post Posted on 5/8/2013, 13:14




Era nato come una piccola furia, un quieto tornado; brama la libertà e la fievole tranquillità, prima di scatenarsi nel caso gli vengano imposti paletti solidi- e quale avrebbe potuto spaventarlo di più, che la paura stessa ed il dolore della perdita?
Essere soli, aveva dell'incredibile. Il rendersi conto, piano piano, che bisogna camminare su strade proprie, che nessuno ha ancora percorso- eppure quanto, avrebbe voluto una guida sicura, il volto dolce della sorella; e perchè mai avrebbe voluto andare con quall'uomo, sconosciuto e in precedenza odiato!
Quel poco che aveva era diventato cenere e sfumato via, e le ceneri, che a lui sarebbero toccate, le stava raccogliendo quel Lucio.

- No, lasciami!-

Seppur sollevato, volta il capo verso la sorella, poi tutto il corpo, lo fa per quel che puo' nonostante devva continuamente lottare per liberarsi dalla stretta presa di Lucio.
E poi la vede tanto lontana, quella tomba, che per la prima volta sale in testa l'idea dell'irraggiungibile.
Per un bambino, inaccettabile.

- Non puoi portarmi via da lei. Era mia!-

Stringe la camicia, nell'ultimo tentativo di liberarsi, finalmente tornando al silenzio solito che lo caratterizza.
Persino gli duole a dover guardare indietro, e il capo biondo si sposta sull'auto, poco lontana, su una strada che non È sua.
 
Top
Nonno Roma
view post Posted on 22/8/2013, 13:48




Una volta in macchina controllo nervosamente che il bambino non si slacci la cintura per gettarsi in strada.
Sono sicurissimo che lo farebbe, ho conosciuto la sorella, sua madre e anche lui e sono consapevole della testardaggine ed impulsività che li distingue.

"Che razza di situazione..."

Vorrei piangere, struggermi di dolore, restare in solitudine il tempo necessario per riprendermi dalla sua dipartita, invece devo occuparmi di quel bambino maleducato e fingere di essere forte per il suo bene.
Il problema è che non mi sento affatto forte.

-E' un problema se fumo?-

Non attendo neanche la sua risposta, scarico lo stress su una sigaretta tra le labbra che consumo avidamente ad ogni boccata.
Inspiro il fumo, lo sento scendere dei polmoni e lo lascio andare solo dopo un lungo periodo.

-Siamo quasi arrivati...-

Indico una villa che si intravede dietro un lungo muro di siepi.
Sono abituato al lusso, lo ammetto e non bado a sprechi, non mostro modestia, neanche nell'abitazione.
Uno stile neo-romano, sfarzoso ed anche eccentrico, con un enorme giardino in cui ci sono persino pavoni.
Ciò che colpisce sono le vetrati con preziosi mosaici in vetro di murano.
Decisamente non bado a spese.

-Aspetta a scendere. Ti vengo ad aprire io...-

Spengo i motori ed esco, andando poi a levargli la cintura ed aiutarlo ad uscire, prendendolo tra le braccia.
 
Top
Ariovisto ~MagnaGermania
view post Posted on 22/8/2013, 14:51




La cintura è stretta, mi soffoca e punge, vorrei liberarmene immediatamente- come di quel cubicolo stretto, dall'odore nuovo e nauseante; eppur nemmeno riesco a scorgere i contorti di quel che tanto mi infastidisce, che i miei occhi si annebbiano fatali e lasciano le mani ad incepparsi sui vestiti, sull'allacciatura,a scacciare il fumo indesiderato che a forza di aspirare mi spinge a tossire una, due volte.
Non vedo il panorama, nemmeno la strada che va dipianandosi e fa spazio e luoghi ampi e ben curati- un lusso lontano, mai visto ai miei occhi, troppo accecante e inverosimile per un bambino tanto piccolo.

Provo a prendere finalmente aria quando sento la macchina fermarsi trovando finalmente il modo di togliermi dall'impiccio della cintura. Apro gli occhi spaventati sul cortile, immenso, la casa altrettanto grande e fregiata dal denaro. Nonostante la tragica situazione, si apre una sentimento di frivolo stupore nel mio cuore infantile;eppur nemmeno quello riuscirebbe a distrarmi come deve.

Evito di incontrare le braccia di Roma, ne fuggo e scendo sulla ghiaia, la calpesco indietreggiando malfiedente.
Bella quanto vuoi, la casa, ma sicuramente non mia.
Agito la testa, i capelli biondi mi infastidiscono, analizzo l'ambiente- giardino, appunto, animali bizzarri che avrei infastdito a tempo debito, alberi da frutta o meno, quel che volevo.
Ne visualizzo uno, il piu' vicino, andandomi poi ad aggrappare al tronco facendo piccoli passetti, trovando pochi secondi dopo la forza per salire.
Quanta pace ci sarebbe potuta essere in un posto del genere? Se non ve n'era in un giardino solitario, dubito di poterne trovare sotto al tetto.
 
Top
6 replies since 16/1/2013, 21:46   58 views
  Share