Una pacca sulla spalla, l'avvicinarsi nuovamente dei loro corpi in un abbraccio di riconciliazione tuttavia, Roma, nonostante sia brillo, mantiene una lucidità tale da capire che la cosa migliore è finirla lì.
Non bisogna provocare troppo cinghial che dorme.
-Quando mai ti sei fidato?-
Risponde scherzosamente, mentre si affretta a precederlo, come richiesto dal biondo, tuttavia non gli da mai le spalle, non per timore di un attacco, bensì perché impegnato a spiegargli, illustrargli, mostrargli, le varie stanze della casa e quindi resta parzialmente girato verso il suo interlocutore.
Parla, parla davvero troppo.
-Quello è il tablinum, ma è inutile te lo mostri! C'è il mio ufficio e siamo qui non per affari, li abbiamo già conclusi in quella triste stanza dalle pareti bianche.-
Mentre in quella Domus può sfoggiare mosaici, anche a contenuto eroico, ma diamo per scontato che Germania Magna non ci faccia neanche caso.
-Che sciocco! Tu queste cose le sai già!- Ennesima conversazione futile e con unico risultato l'infittirsi dell'emicrania del teutonico! - In passato ti portai a casa mia! Ricordi come eri messo male? Pieno di ferite!-
Silenzio.
Dopo quella frase ne segue un irrealistico silenzio che lascia capire che Roma è perso nei ricordi e, dato il sorriso che gli sfugge, sono ricordi piacevoli.
-Fu la prima volta che ti vidi nudo! Non ne potrei approfittare! Lo feci la volta dopo! Ricordi?-
Domanda assolutamente retorica in quanto come potrebbe dimenticare?
Roma, in quello che fa, sembra metterci ogni essenza di sé.
Persino nelle discussioni più futili vi è una traccia del suo egocentrismo!
Beve il vino con sensualità, ponendosi al centro della situazione.
Parla, con gestualità che erediterà ai nipoti, finendo nuovamente all'apice della scena.
Il modo in cui si fa chiamare: Roma!
Il suo vero nome, o meglio i suoi nomi/usa la tria nomina/, sono Romolo Caligola Augustus, rispettivamente nomen, cognomen ed agnomen.
Perché si fa, dunque, chiamare come la città da cui è nato?
Furono queste le sue parole:
-Perché, io, dovrei esser nominato come i comuni mortali? Non sono dunque il primo dell'Impero Romano? Che venga, dunque, chiamato come la grande città eterna in quanto, eterno, lo sarò anche io! Glorioso lo sarò anche io!-
Un ulteriore esempio che nelle azioni del moro vi è tutta la sua anima, ogni singola parte del suo carattere, nulla è lasciato al caso.
-Ecco, questa è la mia stanza, dove potrai alloggiare! Grande concessione, ma, in fondo, è provvisorio e che non si dica che non sia ospitale!-
Sacra l'ospitalità per i romani, un po' meno l'educazione, infatti sta nuovamente spingendo Germania Magna nella stanza.
Non si può temporeggiare dinnanzi a un Roma brillo.