Non sei un mio superiore.

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Nonno Roma
view post Posted on 13/8/2012, 10:12




Una pacca sulla spalla, l'avvicinarsi nuovamente dei loro corpi in un abbraccio di riconciliazione tuttavia, Roma, nonostante sia brillo, mantiene una lucidità tale da capire che la cosa migliore è finirla lì.
Non bisogna provocare troppo cinghial che dorme.

-Quando mai ti sei fidato?-

Risponde scherzosamente, mentre si affretta a precederlo, come richiesto dal biondo, tuttavia non gli da mai le spalle, non per timore di un attacco, bensì perché impegnato a spiegargli, illustrargli, mostrargli, le varie stanze della casa e quindi resta parzialmente girato verso il suo interlocutore.
Parla, parla davvero troppo.

-Quello è il tablinum, ma è inutile te lo mostri! C'è il mio ufficio e siamo qui non per affari, li abbiamo già conclusi in quella triste stanza dalle pareti bianche.-

Mentre in quella Domus può sfoggiare mosaici, anche a contenuto eroico, ma diamo per scontato che Germania Magna non ci faccia neanche caso.

-Che sciocco! Tu queste cose le sai già!- Ennesima conversazione futile e con unico risultato l'infittirsi dell'emicrania del teutonico! - In passato ti portai a casa mia! Ricordi come eri messo male? Pieno di ferite!-

Silenzio.
Dopo quella frase ne segue un irrealistico silenzio che lascia capire che Roma è perso nei ricordi e, dato il sorriso che gli sfugge, sono ricordi piacevoli.

-Fu la prima volta che ti vidi nudo! Non ne potrei approfittare! Lo feci la volta dopo! Ricordi?-

Domanda assolutamente retorica in quanto come potrebbe dimenticare?
Roma, in quello che fa, sembra metterci ogni essenza di sé.
Persino nelle discussioni più futili vi è una traccia del suo egocentrismo!
Beve il vino con sensualità, ponendosi al centro della situazione.
Parla, con gestualità che erediterà ai nipoti, finendo nuovamente all'apice della scena.
Il modo in cui si fa chiamare: Roma!
Il suo vero nome, o meglio i suoi nomi/usa la tria nomina/, sono Romolo Caligola Augustus, rispettivamente nomen, cognomen ed agnomen.
Perché si fa, dunque, chiamare come la città da cui è nato?
Furono queste le sue parole:

-Perché, io, dovrei esser nominato come i comuni mortali? Non sono dunque il primo dell'Impero Romano? Che venga, dunque, chiamato come la grande città eterna in quanto, eterno, lo sarò anche io! Glorioso lo sarò anche io!-



Un ulteriore esempio che nelle azioni del moro vi è tutta la sua anima, ogni singola parte del suo carattere, nulla è lasciato al caso.

-Ecco, questa è la mia stanza, dove potrai alloggiare! Grande concessione, ma, in fondo, è provvisorio e che non si dica che non sia ospitale!-

Sacra l'ospitalità per i romani, un po' meno l'educazione, infatti sta nuovamente spingendo Germania Magna nella stanza.
Non si può temporeggiare dinnanzi a un Roma brillo.
 
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Ariovisto ~MagnaGermania
view post Posted on 13/8/2012, 10:59




Quell'idiota.
Parlava troppo per i suoi gusti. Cenciava sul più e sul meno, sul previsto e contrario- o propriamente, sull'inappropriato.
Era un uomo che non riusciva a capire fino in fondo, ed oglni suo sforzo fatto per cercare di assorbire le sue metodologie risultava vano; un poco come cercasse di afferrare dell'acqua, che scorreva sempre lieve, soffermandosi solo a bagnarlo.
Ah, che inutili dilemmi.

La casa era decisamente grande, costruita secondo la regola di Roma stesso, dai muri al particolare tetto, alla posizione delle stanze, alla forma metodica della casa in sè.
Chissà quanto ci aveva impegato per trasferire una cosa così realistica lì. Magari, c'era già da prima, e la scuola gli era stata costruita al fianco- anzi: come avevano potuto gli allievi non accorgersi della sua presenza?
Avrà avuto una posizione strategica di muri scolastici, nulla più.

Segue le sue parole -inaspettatamente, spesso, infatti, quando parlava troppo nemmeno lo ascoltava- e trattiene poi il fiato indignato quando accenna a quella volta.
Non credeva nemmeno che glielo avrebbe ricordato a quel modo- oppure si, doveva ricordarsi bene dell'articolo che aveva davanti.
Allora non aveva ben compreso l'idea di Roma di ospitarlo. Un nemico, si distrugge. E si trovavano a cavallo di anni ed epoche in cui bisognava camminare appresso ad una lancia ed il proprio compagno pronto ad aiutarti in caso di pericolo; dove più e più volte avevano tentato di togliersi la vita a vicenda, dandosele di santa ragione.
Eppure, i ricordi, sfociavano in una manciata di giorni passati in una domus. Era un reticolo grande e sfarzoso, sotto il tiepido cielo italiano- ricordava il bel tempo, il perenne profumo di pane e del vino, e quella dannata persona sempre al fianco.
Stava -per l'appunto- così male, che nemmeno aveva osato ribellarsi all'idea di starsene lì; o almeno aveva ridotto le proteste a biechi insulti rivolti ad ogni cosa.
Infine, non poteva negare di essersi lasciato fare da Roma.
Era stato un incontro un poco confusionario, era stato insopportabile ed inavvicinabile, aveva sputato fuori più insulti che altro -era stato decisamente strano, in aggiunta- eppure non l'aveva respinto quel tanto che bastava per non consumare quella faccenda.
Che fosse stato uno sbaglio, poi, era un'altro conto.

-Taci.-

Brontolò quindi, quasi arrabbiato per avergli ricordato quell'azione.
E dai- che lo spintona ancora; allora ha proprio voglia di morire, il romano.

-E piantala di spingermi.-
 
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Nonno Roma
view post Posted on 13/8/2012, 11:33




Per Roma, il nemico, non va semplicemente ucciso. Quale Gloria ci sarebbe nell'uccidere un uomo? Tutti possono uccidere, in pochi possono UNIRE.
I romani sono ancora oggi famosi per la loro grandiosa impresa di conquista mai eguagliata in tutta la storia!
Gli storici si continuano a chiedere come potessero tenere, sotto uno stesso dominio, popoli così diversi.
Le risposte sono tante e varie.
L'incredibile tolleranza verso qualsiasi culto e costume.
La praticità delle amministrazione che permettevano un controllo su larga scala, che trasformò Roma nel centro del mondo di allora.
La forza dei romano e la loro tempestività nel fermare ribellioni senza pietà, senza prigionieri, dando l'esempio a tutti i sudditi.
L'imprevedibilità delle scelte di Roma, inoltre, incuteva timore.
Un episodio vide dei ribelli rifugiarsi in un castello in pietra, circondati dal deserto e ben sicuri del poter scacciare l'esercito.
Un anno, un intero anno, speso nel torrido luogo sabbioso, per costruire scale di metri e metri, in legno, senza che mancassero cibo ed acqua.
Organizzazione e volontà nel difendere il proprio Impero.
Le difese del castello furono abbattute, le scale fecero, senza fatica, arrivare i commilitoni dall'altra parte del muro e nessuno fu risparmiato.
Imprevedibilità.
E' la stessa cosa che sta usando ora, Roma, contro Germania Magna.
Immobilizza ogni sua mossa, vanifica le sue azioni, le cancella sul nascere, con la sua imprevedibilità.
E' di questo che il teutonico ha paura, non comprendere cosa farà il moro.

-Non sei mai stato un uomo che si potesse definire di bella compagnia!-

Si allontana, andando verso il letto dove v è l'unico oggetto anacronistico in quell'enorme stanza che è la sua camera da letto : una campanella.
La suona, con forza, finché nella stanza non entra una terza persona.
Un uomo anziano, il servitore, e sarebbe strano se Roma non se ne fosse procurato uno!

-Lui è mio ospite.- Indica il teutonico. - Fai in modo che abbia tutto ciò che gli serve e, immagino, la prima cosa sarà il cibo. Fame amico mio?-

Un pover uomo senza neanche un nome che sembra dipendere in tutto e per tutto dal romano.
Una condizione che par piacere a quest'ultimo che, dalla schiavitù, ha innalzato la sua forza.
 
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Ariovisto ~MagnaGermania
view post Posted on 13/8/2012, 11:45




Santo cielo.
Anche uno schiavo- diamine, che sarebbe potuto benissimo sopravvivere con la sua famiglia,magari in pace e godendosi gli anni che rimanevano da vivere. Gli indizi che lasciava il modo di fare del romano, gli avrebbero però suggerito la presenza di un buon padrone di casa, e la volontà stessa del servo di potersi guadagnare in futuro qualcosa. Lasciando perdere che lo schiavismo nemmeno esisteva più, ma tutte quelle anticaglie (compresi loro) lo fguravano appunto come servo.
Scrutò il nuovo arrivato, dubitando persino di lui, e volgendogli null'altro che la propria attenzione.
Non avrebbe certamente chiesto aiuto o agi a nessun'altro; se sarebbe stato lì (solo SE, perchè ancora non aveva deciso) si sarebbe trattenuto nella sua stanza che sicuramente non sarebbe combaciata con quella di Roma, in silenzio e senza accennare ad altri bisogni.

Roma era troppo egocentrico.
Il passato l'aveva forgiato a quel modo, e nulla l'avrebbe fatto cambiare- nemmeno le sue occhiatacce.

- Non ne ho bisogno. E nemmeno sai se passerò la notte qui.-

Chissà che si sarebbe inventato.
Che avrebbe fatto.
Se avrebbe colto l'occasione per cavagli altre informazioni -su cosa poi- dalla bocca, oppure l'avrebbe provocato lasciandolo andare ma rendendogli la vita un inferno non appena sarebbe tornato.
Se ne resta così immobile, un paio di sguardi lanciati all'arredamento e a Roma.
 
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Nonno Roma
view post Posted on 13/8/2012, 12:09




-Io non so se passerai la notte qui...ne sono SICURO!-

Con un cenno della mano manda via il servitore che par lamentarsi per l'essere stato chiamato a vuoto, facendogli perdere tempo prezioso che poteva adoperare per altri servigi: quell'enorme casa non si mantiene pulita da sola.
L'ottimo umore di Roma, dopo aver sentito quelle fievoli lamentele, dette più a se stesso che al padrone, non viene scalfito neanche dagli sguardi del teutonico.
Quegli occhi che lo trafiggono così tante volte, non lasciano neanche una cicatrice.

-Preferisci finire in un'ospizio?- Posa la campana nell'esatto punto da cui l'ha presa e, allentandosi la cravatta, sembra quasi voler allentare anche la tensione creata dopo la sua affermazione. -E' lì che volevano mandare quel poveretto. Caro mio, non sono poi così attaccato alla schiavitù. Lo sto aiutando.-

Incredibile con quanta facilità si prende la confidenza di riferirsi a lui come "amico mio" o "caro mio"!
E nuovamente si perde il vero significato delle sue parole, perché par conoscerlo solo il romano stesso, grazie alla sua capacità di parlare molto ma far perdere il messaggio tra le righe.

-E comunque sei tu l'unico che può decidere...-

Si dirige verso la porta, dando per scontata la risposta dell'altro, sapendo che l'unica cosa che gli impedisce di rimanere è proprio la sua presenza.
Così gli volge un'ultimo sguardo e, sorridendogli, esce dalla stanza, scostando la tenda che ricade subito per scoprire la figura del romano che si allontana.
Lo ha lasciato con dubbi, perplessità e quell'unico sorriso quasi malinconico.
Se anche lo seguisse, Roma conosce fin troppo bene quei corridoio e se anche il biondo lo raggiungesse è solo perché è il romano che lo vuole.
 
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Ariovisto ~MagnaGermania
view post Posted on 13/8/2012, 13:07




Solo al sentirgli dire che era tanto sicuro di quella sua permanenza, gli era venuta una brutale voglia di fuggire da lì.
Giusto per dargli fastidio, o ritrovare nel suo volto una punta di fastidio.
Gli sarebbe tanto piaciuto vederlo mordersi scocciato un labbro, corrucciando la fronte e diniegare ossessivamente magari rivolgendogli lo stesso sguardo risentito che spesse volte caratterizzava Germania.

Si era chiesto, poco prima, cosa si sarebbe inventato dopo la sua uscita.
Quindi, aveva prima stampato la sua sicurezza, per poi dargli campo libero e andarsene- a proposito: perchè diavolo era andato via.
Quella non era casa sua, non sapeva se aveva chiuso la porta a chiave e ritrovarlo per i corridoi era l'ultima cosa che avrebbe voluto fare. Soprattutto se avesse avuto bisogno di un qualcosa.
Come andare in bagno, o mangiare -il dormire non era un problema, poteva andarsene in giardino, sul tetto, oppure rubargli direttamente la stanza e prendersi una piccola rivincita.
Quindi, i contro erano:
- C'era Roma.
-Non era casa sua, ed era la casa di Roma.
- C'era Roma.
- Non avrebbe voluto vedersi così vulnerabile difronte a Roma.
- C'era Roma.
- Non si fidava di Roma.
- C'era Roma.
In poche parole, il problema era Lui. Fine.
I Pro, risultavano essere invece tre semplici punti: Non aveva casa, lì stava gratis, avrebbe potuto avere l'occasione di starsene da solo o avere una piccola rivincita contro quell'individuo.
Che non sapeva bene dov'era.

Ebbe la tentazione di sedersi comodo, magari tastare la morbidezza del letto, oppure curiosare in giro cosa poteva trovare -non era la stanza di Roma, quella? Pretendeva di trovarlo lì, al suo ritorno? Perchè sarebbe tornato la sera, sciuramente.
Forse, vederlo dormire fuori mentre lui occupava la sua stanza non era poi così male. Oppure, in fin dei conti, a lui non importava troppo di quel particolare.
Si limita a dare una veloce occhiata, notando delle nicche davvero inconsuete e leggermente inquietanti, che comunque non aveva la pazienza ed il tempo di perlurtrare- uscì così dalla camera, guardandosi attorno.
Dov'era Roma?

-Dov'è quel dannato.-

Bisbiglia, prima di intraverdere la testaccia riccioluta poco lontano.

-Roma.-

Alza la voce.
Odia farlo, ma non ha intenzione di avvicinarsi.

-Dimmi che intenzioni hai.-
 
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Nonno Roma
view post Posted on 13/8/2012, 13:34




Il romano si volta, guardando con puro stupore il teutonico, mentre un'ombra si allontana, probabilmente l'anziano servitore che è rimasto nell'ombra per ascoltare i nuovo ordini del padrone.
Un Germania Magna che urla, che lo chiama con così gran voce, a Roma par quasi un'allucinazione sia visiva che uditiva, cosa probabile vista la quantità di vino bevuto che, comunque, ha iniziato a far svanire i suoi effetti.

-Cosa c'è? Pensavo che tu volessi riposare in tranquillità...-

Pensava.
Come sempre PENSAVA male.
Non riesce ad esprimersi in modo chiaro, nonostante l'enorme uso di parole che fa, o meglio, non VUOLE esprimersi in modo chiaro.
Così, con ancora lo stupore stampato in viso, si avvicina al biondo tedesco.
Questa volta, però, ha in mano quello che sembra un gladio, sporco di ruggine che il passare del tempo ha posato imperioso sulla sua lama.
La sua presa sull'arma è ferrea, si può notare dalle venature che increspano la pelle della mano.
Entra, dunque, in gioco la tensione tra i due, quasi palpabile, che, somma ingannatrice, inizia a tessere i fili di un piccolo spettacolo di burattini.
Questi ultimi sono proprio Roma e Germania Magna.
Il primo fraintende lo scetticismo dell'altro con totale perdita di interesse verso lui, e in parte ne resta ferito, il secondo è già pronto ad uno scontro.
Ed ecco che un primo colpo viene inferto, repentino, con quel leggero stiletto, leggero ma letale; tuttavia le uniche vittime sono l'aria e la tensione che, Roma, riesce ad abbattere con una frase sola.

-Volevo mostrartelo a cena! Il tempo di lucidarlo per bene dopo pranzo! A proposito del pranzo è quasi pronto! Se vuoi riposare, però, ho già dato ordine che venga tenuto in caldo!-

Un nuovo colpo al vuoto, ad un nemico immaginario, veloce e, con altrettanta maestria, la lama viene riposa nell'apposito letto di cuoio, attaccato alla cinta di Roma.

-Hey, cosa è quell'espressione truce? Non iniziare battaglia perché sei disarmato!-

Scherza sull'accaduto, in quanto ha iniziato ad intuire i timori dell'altro e, non a caso, ha scelto proprio quel momento per sfoderare la sua antica arma.
L'uscire all'improvviso di stanza, i colpi veloci e persino il tono basso con la quale ha parlato al servo.
Un piccolo aiuto alla ritrovata tensione.
Può morire ma torna sempre e Roma vuole farsela alleata, così, per divertimento.
 
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Ariovisto ~MagnaGermania
view post Posted on 13/8/2012, 13:49




Sussulta, si prepara ad uno sventurato scontro corpo a corpo non appena sente l'odore stantio della ruggine, il ferriginoso rumore che emette strisciando sulla cinta e dalla presa sull'elsa.
Non ha pensato a nulla di particolare mentre Roma continua con quella sua recita- senza accorgersi di aver dimenticato le basi dell'attacco, di non aver preparato il busto e le gambe ad una posizione consona ( e conosciuta) dalla quale doveva diffidare.
Vede piuttosto le articolazioni che si levano appena, senza dare altri segni di volersi muovere e continuare quella piccola recita senza maschere; piuttosto un paio di domande e battute in più sul copione.
Roma sapeva che pensava di lui.
E Lui sapeva come Roma evav intenzione di trattarlo- almeno, era una vaga impressione dettata più che altro dall'esperienza, nulla più; Roma era una persona imprevedibile, della stessa logicità degli ubriachi.

Un ringhio sale dalla sua gola, non appena vede la lama scomparire di nuovo, ed il suo vago prenderlo in giro che inizia a dargli fastidio.
Non aveva troppa fame.
E dato il soggetto alquanto particolare, avrebbe preferito non mangiare in sua compagnia- non poteva mai sapere, quello che gli sarebbe accaduto.
Invece: aveva un altro tipo di bisogno.
Fisiologico, biologico e grammaticale.
Il bagno, se non errava, doveva essere un poco più in là. Al massimo, avrebbe cercato da solo. Non avrebbe chiesto a Roma delle indicazioni, gli bastava già calpestare il suolo della sua casa, e sentirlo sproloquiare anche di come fosse cambiata l'aria, di come quel filo d'erba gli ricordasse cose imbarazzanti e così via.

- Non ho fame. E nemmeno sonno.-

Si sentiva a disagio, solo perchè non era a casa sua. E gli era stata offerta ospitalità da un essere particolare, ambiguo e capace di corrpompere il pittore che dipingeva quelle scene di vita.
Si voltò quindi, lanciandogli un'occhiata di tralice, incamminandosi per i corridoi.
Se quel posto non fosse stato del romano, forse gli sarebbe anche piaciuto.
 
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Nonno Roma
view post Posted on 13/8/2012, 14:19




Apre le braccia, in segno di resa e, lasciandole ricadere sui fianchi, si incammina anche lui, restando dapprima dietro al teutonico, ma in seguito devia entrando in una stanza.
Conoscendolo, non sarebbe una sorpresa se i corridoi avessero passaggi segreti che colleghino tra di loro stanze lontane.
L'indelicatezza di Roma è stata proprio il lasciare Germania Magna del tutto spaesato in quell'enorme, quanto lussuosa, dimora.
Non sembra neanche voler rimediare, del tutto preso dal suo pranzo.
Insistere sarebbe da lui, mentre desistere è un'azione che il romano non conosce affatto, eppure, mangia solo, con calma e non richiede neanche la compagnia del teutonico.
Finisce un'intera portata, inizialmente preparata per due e resta tranquillamente seduto, osservando la brocca di vino intoccata; ritiene di averne bevuto troppo, inoltre, vuole riflettere e per tal motivo l'alcool preferisce evitarlo.
Seppur da modo di pensare che non gli importi granché che Germania Magna si senta a suo agio nell'abitazione, non fa altro che trovare un modo per far sì che questo avvenga.
Ed ecco, l'idea.
Si alza di scatto e, con passo svelto, cerca il biondo e trovarlo non gli è difficile, dato che conosce quella Domus esattamente come se stesso.

-Amico mio! Perché non ci ho pensato prima?-

E senza neanche avvisare della sua entrata, senza neanche controllare che non si trovasse in un INTIMO momento, lo raggiunge con grosse falcate, fermandosi solo a pochi centimetri da lui.

-Se non ti fidi, ho capito che è SEMPRE stato questo il problema, mentre dormi potresti tenermi in catene!-

L'entusiasmo di una tale affermazione dovrebbe costargli la vita libertà stesso, venir DAVVERO rinchiuso in un istituto di correzione mentale.
Come può Roma essere serio davanti ad un simile proposito? Eppure lo è.

-Non scherzo! Mi legherai in catene, terrai la chiave e dormirai sogni tranquilli!-

Una simile idea, dannatamente insensata, poteva venire solo a lui e solo lui poteva annunciarla con tanta foga.
 
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Ariovisto ~MagnaGermania
view post Posted on 13/8/2012, 17:05




Non era stato troppo difficile trovare il bagno- sostando lÌ, se aguzzava meglio la vista poteva persino vedere la stanza dove era svicolato Roma, e questo ancora prima di entrare.
Sperò quasi che si frovasse su un'altro piano, che non o vedesse entrare e che non s'impicciasse delle sue faccende biologiche.
Provava un senso di estrema vergogna nel pensare a quel soggetto che camminava canticchiando tranquillo lì attorno mentre lui cercava di trovare un poco di casa e di intimità in bagno.
Dopotutto si trattava di un fatto più che umano e comprensibile, non avrebbe dovuto farsi così tanti problemi.
Roma non era un essere divino, e per quante lotte e vincite in bagno ci andava pure lui.
Si sentiva leggermente messo a nudo, come una statua piazzata nei centri cittadini- di quelle che stavano nelle città di quel disperato essere.
Fece per entrare, quindi, e nemmeno aveva avuto tempo di tirare giù la patta deipantaloni che si sente urlare nelle orecchie l'ennesima proposta indecente.
Si rimette a posto alla svelta e come può, prima di vogere un'espressione scandalizzata ed arrabbiata a mister Roma.

-ma che diamine fai?! E-e non dire idiozie.-

Perchè si faceva venire in testa strane idee.
Si sentiva ancora più violato apendo che Roma cercava di capire quello che pensava, e si sforzasse tanto per farlo disperare.
Averlo in camera con lui, legato o meno, era semplicemente ansioso.

- è una proposta idiota. Non è detto che io debba dormire in stanza con te.-

Mamma quanto parli questa volta, no?
 
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Nonno Roma
view post Posted on 14/8/2012, 12:01




"Peccato...ha ancora i pantaloni addosso!"

Scaccia quel pensiero vergognoso per molti, ma normale per lui, tornando a riflettere sul nuovo problema da lui stesso creato.
Come far riposare nel migliore dei modi Germania Magna in casa sua, nonostante è evidente che la sua presenza è di disturbo?
Si impegna, ma come può non distrarsi davanti a quel viso sconvolto, imbarazzato che sembra doversi tingere di un innocente rossore?

-Dannazione! Sei troppo carino!-

Gettata lì questa frase riesce a colpire ben più a fondo di qualsiasi arma, par quasi che Roma abbia preso il lavandino in marmo e lo avesse gettato in testa al biondo.
La reazione è la stessa.

-Scusa se mi volto ma continuando a guardarti non riesco a parlare!- Ed, infatti, gira su se stesso, dando le spalle al teutonico, ovviamente, prendendo le dovute distanze di sicurezza. -Proponevo di legarmi ma non ho mai specificato nella stessa stanza! Mi leghi anche qui, in bagno, così tu dormirai tranquillo, sapendo che non verrò a disturbarti! Magari, poi, durante la notte....corri qui per un bisogno...e trovi me pronto a spiarti nel buio ma...-

Incredibile come riesce a tirar fuori il suo peggio!
Persino lui, in una simile situazione, comprende che il discorso va ASSOLUTAMENTE cambiato o neanche la sua forza lo potrà proteggere dalla furia barbarica del biondo.

-Emh...quando ti metterai al lavoro?-

"Questo è il meglio che so fare...spero non mi castri! Dannazione agli ormoni! Mi avete tradito!"
 
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Ariovisto ~MagnaGermania
view post Posted on 14/8/2012, 13:10




Non sa come reagire alla moltitudini di cretinate che in quel momento gli sta propinando.
Non capita certo tutti i giorni di sentirsi dire che è "carino".
In più, Roma, si era proposto di girarsi perchè sempre secondo la sua obiettissima opinione non riusciva a parlargli guardandolo con quell'espressione.
Cosa aveva in faccia?
Si odiava, per essere arrossito un poco sulle gote. Detestava mostrarsi a quel modo, in particolare davanti ad un soggetto come Roma.

Non aveva poi seguito il suo delirante discorso: parlava di legarlo in bagno, e di una spiata notturna.
Era pazzo.
Il viso si corrucciò ancora di più, pribabilmnete tentò di reprimere l'arrossamento, e si voltò a guardare la sua nuca ed il capo traballante- che anche se voltato si reclinava a destra e a sinistra, ed i ricci lo seguivano obbedienti.
Digrignò i denti, forse perchè infine non capiva appieno quegli strani scambi di battute così umani, e di intimità conosceva ben poco.

-Che DIAMINE stai dicendo, romano.-

Sputa con poche parole, voltandosi e dando mostra dei vecchi e duri allenamenti consumati fra le fitte fronde dei boschi.
Voltando il busto, diede il calcio più forte che poteva mirando al sedere di Roma, così da dargli un potente spintone fuori dal bagno.
Con un ringhio assai poco elegante chiuse la porta, e finì quel suo lavoro.
Nemmeno in bagno, poteva starsene in pace.
Roma, a conoscerlo bene, sarebbe potuto rientrare da un momento all'altro, forse per propinargli delle assurde scuse che non stavano nè in cielo nè in terra; magari aggravando la sua situazione.
Si sbrigò quindi a mettersi a posto, sentendosi lievemnete meno a disagio quando si ricoprì di nuovo.

"Dannazione. Lo prenderei a botte."
 
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Nonno Roma
view post Posted on 14/8/2012, 13:29




Il calcio lo prende del tutto alla sprovvista, sia per la forza, che lo spinge fuori dal bagno, che per la sua totale fiducia tradita!
Germania lo ha colpito di spalle!
E' consapevole di aver tirato troppo la fune, ma non può passare oltre ad un simile affronto, tuttavia è emozionato all'idea di fare simili scherzi da AMICI.
Una tira il calcio all'altro e quest'ultimo?

"Una secchiata d'acqua gelida appena esce!"

Corre verso la cucina, ma dubita di fare in tempo, in fondo quanto possono tenerlo occupato i "suoi bisogni" al biondo teutonico?
Ed ecco che gli va incontro la fortuna! Il servo sta pulendo le stanze e lì, sul pavimento, c'è un secchio d'acqua.
Non sa se è fredda o meno, ma che importa? In quella situazione bisogna accontentarsi di tutto.
Così, torna davanti alla porta ed, appostandosi di alto, attende l'uscita del barbaro tiratore di calci.
Conoscendolo sarà sull'attenti, ma a lui basta che apra la porta, poi scatterà la trappola che consiste nel versargli il testa tutta l'acqua.
E parliamo di un secchio intero.

"Lungo questo...bisogno! Si sta facendo bello per me?"

Ed eccola, l'occasione propizia, infatti al minimo movimento, anche di un solo piede, fuori da quella stanza, Roma lancia il contenitore, di un bel verde brillante, in aria, prendendo la mira in modo che cada dove dovrebbe trovarsi la testa del biondo.
Grande sfortuna che ci sia anche uno straccio nel liquido, in quanto il servitore, come è ovvio, lo stava usando per le pulizie.
Inutili i tentativi del romano si bloccare le risate; si tiene la pancia con la mancina, la destra davanti alla bocca, ma alla fine scoppia a ridere come un bambino davanti al clown di un circo.

-Dovresti vederti! Per la Barba di Giove!-

Ad aumentare il divertimento vi è il problema del momento: Germania Magna non ha un cambio di abiti con sé.
Roma è decisamente bravo a crearne di problemi.

Edited by Nonno Roma - 14/8/2012, 14:56
 
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Ariovisto ~MagnaGermania
view post Posted on 14/8/2012, 13:53




Quanto era idiota Roma- l'aveva sentito parlare poco prima, l'ennesima allusione che gli propinava.
Eppure la voce era abbastanz aovattata, lontana, non era lì vicino.
Quindi poteva uscire con calma, a meno che non l'avesse aspettato con un arco in mano o pronto a saltargli risentito addosso.
Altro che a calci, l'avrebbe preso.
Roma era così imprevedibile, da farlo esasperare. E pochi erano in grado di farlo.

Sospira, prende un poco d'aria e rimane in silente attesa; per poi rimettersi una faccia dura come l'acciaio e varcare la porta.
Non fa però nemmeno in tempo a muovere un passo, che un posso d'acqua gelida e viakal li investe insinuandosi nelle narici ed in bocca, spruzzando alcune gocce brucianti negli occhi.
In più, uno straccio si appiccica al viso, quasi soffocandolo.
Sente tutti i capelli bagnati e lunghi, l'acqua che cola irrimediabilmente sul vestito e scende giù a bagnarlo meglio.

"Non ci credo".

Prende fiato, si toglie con un gesto secco lo straccio rivelando un'espressione furente.
Sente appena la sua esclamazione (indicibile, ecco), prima di prendere fiato e muoversi veloce.
Arriccia velocemente lo straccio facendolo roteare, ed avvicinandosi a Roma con un movimento fulmineo -prima spostando i piede in avanti, poi facendo scivolare una gamba fra le sue, e girandolo con uno strattone veloce giusto per strozzarlo con il suddetto straccio.
Lo tiene quindi fermo da dietro, premendo forte contro la schiena mentre gli toglie il fiato.
Inutile, era stato più forte di lui.

-Sbaglio.-

Respira forte, allenta un poco la presa.

- O, ti avevo avvertito sul tuo comportamento.-
 
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Nonno Roma
view post Posted on 14/8/2012, 14:26




Ha giusto il tempo di vedere l'espressione furente di Germania Magna, prima che quest'ultimo lo afferri e, con una mossa strategica quanto forte, lo volti per strozzarlo con quello straccio che non era previsto, ma che aveva dato il meglio in quello scherzo.
Sente il fiato marcargli, non ride più mentre riesce a vedere la sua vita passargli davanti! Quante lette, quanto cibo e vino, quante donne e poi i nipoti e il biondo che lo sta portando all'asfissia.
Per sua fortuna, però, ha le mani libere e, con sua fortuna, riesce ad infilare l'indice ed il medio tra la pezza e il collo, così da allentarne la presa e prendere un lieve respiro.
Sente l'ossigeno rientrargli in corpo e con lui la rabbia.
Se Roma ha esagerato il teutonico non è da meno.
Così, appena sente che l'altro rallenta la presa, si piega leggermente in avanti sulle ginocchia, vero però che così la stoffa preme di più sulla faringe ma ha abbastanza forza per stendere nuovamente il quadricipite e, con l'aggiunta di un colpo di reni così da ruotare insieme a lui, cerca di sbatterlo contro il muro.
Non si arrende, lo riprova una seconda volta, una terza, una quarta e continua mentre le mani, entrambe, vanno ad afferrargli i polsi, stringendoli, girandoli verso l'esterno e, poi, il colpo di grazia.
Una forte gomitata verso il petto dell'altro, che è costretto a restargli dietro in quanto la stretta sui polsi è forte e la lascia solo per potersi girare leggermente verso l'altro.
Approfitta della confusione, provocata dallo strattonarlo, come uno stallone farebbe con il cowboy che cerca di domarlo, per distendere il braccio destro che, con una rotazione completa, si abbatte sulla coscia del biondo teutonico producendo un rumore sordo.
Si può intravedere la rabbia nei suoi occhi, che saettano in cerca di quelli del barbaro, anche se da quella angolazione non può incrociarli, tuttavia riesce benissimo a prendere la mira per un secondo colpo nello stesso punto.
Non gli lascia tempo di reagire, il corpo continua a premerlo contro il muro, inoltre la mano mancina è tornata a stringerlo per il braccio.
Non vuole farlo fuggire, non vuole farlo reagire, vuole...insegnargli una bella lezione.
Ormai la gola non è più stretta intorno allo staccio e, seppur ha il fiato pesante per lo sforzo fisico svolto con poco ossigeno, riesce a parlare e rimproverare Germania Magna, con tono autoritario più simile ad un genitore che ad un impero arrabbiato.

-Cattivo! Non si fa! Hai iniziato tu e ora ne paghi le conseguenze!-
 
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